A tale proposito, la International Myeloma Foundation ha organizzato una conferenza stampa il 5 maggio, che é stata anche trasmessa in webcast, alla quale ho avuto il piacere di partecipare. Alla conferenza hanno partecipato in qualità di relatori il Dott. Brian Durie del Outpatient Cancer Institute del Cedars Sinai Hospital di Los Angeles, il Dott. Kenneth Anderson del Dana Farber Cancer Institute di Boston, e il Prof. Mario Boccadoro dell'Ospedale Le Molinette di Torino, si é evidenziato come la terapia continuativa con lenalidomide, farmaco conosciuto come Revlimid e commercializzato da Celgene, abbia dimostrato una notevole efficacia nella sopravvivenza del paziente senza progresso del mieloma, ovvero della cosidetta Progression Free Survival (PFS).
A tale proposito il Dott. Andreson ha citato uno studio in corso negli Stati Uniti denominato CALGB che ha dimostrato l'efficacia della terapia con lenalidomide nei confronti dei pazienti trattati con placebo dopo ASCT (trapianto autologo da cellule staminali). Lo studio ha evidenziato un maggiore tempo di remissione o Time to Progression (TTP) nei pazienti che hanno assunto lenalidomide a distanza di 100 giorni dal trapianto nei confronti di coloro che invece erano stati trattati con placebo.
Il Dott. Anderson ha inoltre rimarcato come la terapia con lenalidomide sia particolarmente indicata per trattamenti a lungo termine poiché pressoché priva di effetti collaterali quali sindrome del sistema nervoso periferico presente invece nella terapia con altri farmaci. A tale proposito, sempre il Dott. Anderson ha citato il caso di un suo paziente che assume lenalidomide da dieci anni e che riesce a condurre una vita normale sotto tutti gli aspetti.
Il Prof. Boccadoro ha invece presentato statistiche sul paziente oltre i 65 anni che non risulta più eleggibile per trapianto e che quindi deve seguire una terapia farmacologica. Anche in questo caso i numeri sembrano essere a favore di corso terapeutico con lenalidomide rispetto ad altri farmaci.
Durante la conferenza stampa si é discusso della possibilità che la terapia prolungata con lenalidomide possa causare un tumore secondario, o simultaneo, come in alcuni casi descritto. A tale proposito sia il Dott. Anderson che il Dott. Durie hanno invece posto l'attenzione su come sia invece più probabile che in pazienti in età avanzata, come nel caso di pazienti affetti da mm, si presenti un altro tipo di tumore non riconducibile alla terapia o alla presenza del mieloma. In altre parole, con l'età la probabilità di sviluppare un tumore aumenta in tutta la popolazione.
In particolare il Dott. Durie ha fatto notare come nel caso dei suoi pazienti che allo stato attuale non devono essere ricoverati più come una volta grazie alla buona risposta della terapia per via orale, sia più che mai necessario ristabilire un rapporto con il medico di base al fine di tenere sotto controllo altri aspetti della salute quali la pressione cardiaca, la glicemia o il peso del paziente piuttosto che continuare a vedere l'oncologo.
Per coloro che siano interessati, questo é il link della conferenza stampa in versione integrale. La conferenza é naturalmente in lingua inglese. http://webcast.viewontv.com/